Fabrica di Roma Il nome, con una sola "b", alla latina, e' da riferire alle estese cave di peperino(fabbrica di massi di peperino), che ingombrano questo versante orientale dei Cimini, un tempo ricoperto da fitte boscaglie e foreste. Dopo il 1870 venne aggiunto “di Roma” per distinguerla da altre localita' col medesimo nome che hanno tuttavia conservato la doppia “b”. Il territorio offre grandi spazi alla coltivazione del nocciolo, della vite, dell’olivo e dei cereali. Le rocce vulcaniche riversate dal monte Cimino, due milioni di anni or sono, hanno dato origine al peperino, mentre le successive eruzioni del vulcano di Vico, 85.000 anni fa originarono le “occhiadine”, usate per pavimentazioni stradali , il tufo rosso, utilizzato dai falisci ed etruschi, il tufo bianco, la pomice e la pozzolana. La parte più antica della citta' e' costruita proprio su un banco di peperino. La roccia molto adatta alle costruzioni ,e' stata utilizzata per la costruzione di Falerii novi , perfino le colonne ai piedi del campidoglio a Roma furono modellate con il peperino proveniente da Fabrica. La conformazione geologica del terreno ha favorito l’insediamento umano fin dal Paleolitico superiore. Concrete testimonianze di abitazioni in comunita' organizzate ci riportano alla civilta' dei falisci , popolazione autoctona ritenuta una delle più progredite entita' etniche dell’Italia antica, sviluppatasi contemporaneamente a quella etrusca con cui ha condiviso quasi tutto, anche il comune destino di avere nemica una potenza come Roma .L’elevato grado di civilta' dei falisci ci viene testimoniato non solo dalle numerose necropoli ,ma anche da resti di antiche abitazioni. I reperti sono in parte conservati nel museo di Villa Giulia a Roma e nel Museo Nazionale di Civita Castellana. Per i primi documenti sull’esistenza della citta' occorre però fare un salto di secoli e riportarci al 1093 quando dal Chronicon FarfenseII apprendiamo che il Fundo Fabrice fu donato da Ildebrando di Odelerio al Monastero di Farfa. Nel 1177 viene citata tra le proprieta' appartenenti all’Abbazia di Sant’Elia sub Pentoma (Castel Sant’Elia). E’ certa la sua inclusione nei territori del ducato romano difeso strenuamente dai papi contro i barbari prima e, contro longobardi e saraceni poi. Passata più volte in proprieta' dei prefetti di Vico, Fabrica venne incamerata d Eugenio IV nell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia sotto la cui protezione rimase per circa un secolo. Nel 1539 dopo essere stata data in enfiteusi a Lucrezia della Rovere, Fabrica entrò a far parte del ducato di Castro, creato da Paolo III per il figlio Pierluigi Farnese. La presenza del cardinale Alessandro alla guida del nobile casato nella seconda meta' del XVI secolo viene ricordata come tra le più feconde per la storia della citta'. Dopo la distruzione di Castro, ritornò allo stato pontificio che la governò fino all’unita' d’Italia. Per chi visita Fabrica e' doveroso segnalare la Collegiata di San Silvestro , di cui si hanno notizie sin dal 1177, Il Palazzo dei di Vico (XXIII secolo),il Palazzo Bachetoni (detto “Palazzotto”),costruito dai Della Rovere nel XVI secolo e il settecentesco Palazzo Cencelli.Fabrica oggi e' un paese ricchissimo di eventi distribuiti lungo l'arco dell'anno. L'attivissima associazione che promuove e organizza tali manifestazioni é : L'Associazione San Matteo e San Giustino