Corchiano

Corchiano Si distende nella pianura tra le pendici dei Monti Cimini e il Tevere, verso Civita Castellana. Paese dalla storia plurisecolare, e' noto per le sue cavernette falische, situate lungo il rio Fratta, primitive abitazioni dove sono stati rinvenuti arnesi di lavoro fatti con ossa , frammenti di lame silicee e schegge di rifiuto, tutti risalenti all’Eta' della pietra. Alcune di queste grotte, sono state frequentate in modo discontinuo fino dal tempo degli etruschi e dei romani. I primi segnali archeologici di interesse risalgono però ai Falisci (IX secolo a. C.) ,popolazione pre-etrusca che aveva importanti e frequenti rapporti con la vicina Falerii Veteres (l’odierna Civita Castellana) i falisci vennero assimilati ai nuovi schemi politici e sociali della popolazione dominante, tanto da venire considerati etruschi a tutti gli effetti. Dopo il 358 a.C. , il pagus più grande del territorio corchianese divenne una citta' dal nome Fescennium, probabilmente nel sito dove oggi si trova il centro storico del paese. Nel 241 a.C. in seguito a una rivolta contro i romani, venne distrutta e gli abitanti ripararono nella vicina Falerii Novi. Tracce di una nuova vita comparvero a partire dall’XI-XII secolo, quando il feudo venne concesso da Gregorio VII al capitano di ventura Ranieri di Farolfo. Suo figlio Buccaleone consolidò il borgo che sfruttava la felice posizione strategica sulla via Amerina. L’anno cui si riconduce la nascita di Corchiano e' il 1150, come testimonia il rudere che oggi si intravede al lato della nuova piazza. Nel 1472 il castello passò sotto l’amministrazione diretta della Chiesa e nel 1539 venne inglobato da Paolo III nel Ducato di Castro. Lo stemma del comune conserva ancora oggi il giglio farnesiano che e' unito al pettine, usato come strumento di tortura per il martirio di San Biagio, protettore del luogo. Dopo la distruzione di Castro, la citta' tornò di nuovo ai beni camerali e vi rimase fino al 1786 quando passò in enfiteusi a Tommaso Giorgi. Le vicende della dominazione napoleonica, dopo l’occupazione del 1798, sono le più tristi della storia corchianese poiché la popolazione conobbe ogni sorta di angherie e miserie. Nel 1871 venne eletto il primo sindaco dopo l’unita' d’Italia. Dal punto di vista del patrimonio artistico , possiamo ricordare la Chiesa di san Biagio della seconda meta' del Quattrocento che conserva pregevoli affreschi votivi, eseguiti intorno al 1468 da Lorenzo da Viterbo e dai suoi allievi tra cui si distingue la dotata personalita' del Maestro di Corchiano. La Chiesa della Madonna del Soccorso, della fine del XV secolo, sorge poco fuori dell’abitato sul pianoro della valle del rio Fratta. All’interno di esse un affresco raffigurante l’Apparizione della Madonna a una coppia di sposi. Tra le altre chiese vanno ricordate Sant’Egidio, Santa Maria delle Grazie (con pregevole affresco cinquecentesco) e Sant’Antonio tutte risalenti al XV secolo.Corchiano nell’ arco degli anni si e' faticosamente conquistata l’immagine di paese-presepio, riferita sicuramente all’ ”intimita' urbanistica” del centro storico trovata dai turisti del fine settimana, ma soprattutto al “Presepio vivente” che da tanti anni costituisce la manifestazione più popolare di tutta la zona. Nel periodo natalizio, all’ imbrunire, la vallata sottostante il vecchio borgo si anima dei personaggi di Betlemme e in una delle “cavernette” si rinnova, nella magia della notte, la scena della Nativita'. A ottobre, nelle cantine, ribollono i tini gonfi di trebbiano e malvasia per una produzione vinicola limitata, ma di qualita'.