Vetralla

Vetralla Il suo territorio è disposto tra i pendii del Fogliano, seconda vetta dei Monti Cimini (963 metri), e le distese tufacee verso il mare di Tarquinia. Qui, Clodia, Cassia, e Aurelia si incontrano ormai da millenni. Dal pagus pre-romano al Medioevo, periodo in cui si colloca la nascita del paese, le cronache, incerte e fantasiose, si tingono di clamorosi episodi, con centri etruschi soggiogati e spesso annientati, nuovi insediamenti romani, invasioni barbariche, distruzioni e altro. Le popolazioni, alla fine, si ritrovarono nella vecchia postazione etrusca sullo sperone roccioso di Sant’Antonio, dove attualmente sorge Vetralla, dando inizio a una vita comunale che esordì ai tempi della formazione del Patrimonio di San Pietro, con il castrum donato alla Chiesa nel 728. Tra il 1110 e il 1134, il villaggio, venne distrutto dai viterbesi. La fine del secolo vide l’affermarsi della famiglia dei di Vico, prefetti di Roma, fino agli inizi del Quattrocento, quando Eugenio IV passò la città alla protezione della Chiesa, cui i vetralesi rimasero fedeli anche se, si verificarono episodi di intolleranza della popolazione nei confronti del governatore di turno, reo di qualche sopruso di troppo. Nel 1540 i vetrallesi ebbero finalmente un governatore gradito e amato: il cardinale Alessandro Farnese, ricordato come il più magnanimo ed equilibrato fra i tanti predecessori. Il suo fu un quarantennio di grandi iniziative che gettarono le basi per l’organizzazione economica ed amministrativa del paese e la sua trasformazione edilizia, continuata, poi, per tutto il Settecento. La storia continua con altri governatori, fino alla rivoluzione francese che vide Vetralla conquistare l’effimero titolo di capoluogo dei Cantoni dei Cimini, dopo avere acquistato nel 1783 quello di città. I decenni successivi offrono pochi spunti alla cronaca cittadina. Il centro storico di Vetralla, ricco di chiese, si raccoglie tra i resti della Rocca e il Palazzo Comunale. Nel lungo tratto di strada fra la Rocca e San Francesco, sono concentrati i palazzotti più aristocratici. Il Palazzo Piatti, il Palazzo Brugiotti-Vinci, il Palazzo Franciosi, sono i segni più raffinati della incisiva presenza farnesiana, cui si affiancano il vecchio Ospedale ed abitazioni più modeste. In piazza Umberto I s’affacciano il Palazzo comunale e la Cattedrale di Sant’Andrea. Ricordiamo la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo che conserva un affresco distaccato della Madonna col Bambino (XV –XVI secolo), quella di San Pietro, la Chiesa di Sant’Egidio che custodisce una bellissima immagine quattrocentesca della Madonna attribuita da alcuni a Lorenzo da Viterbo. Per ultima, citiamo la Chiesa di San Francesco, è probabile che la sua costruzione risalga al XII secolo. Il comune di Vetralla è fra i più estesi della Tuscia viterbese ( 113 chilometri quadrati circa), comprende sette frazioni: Botte, Cinelli, Cura, Giardino, Mazzocchio, Pietrara e Tre Croci, le zone archeologiche di Cerracchio e Grotta Porcina e il monte Fogliano con il Convento di Sant’Angelo.