Tessennano

Tessennano Il Borgo è posto su un banco tufaceo a sud-ovest del lago di Bolsena, fra Tuscania e Canino in mezzo a una campagna di aspetto selvaggio, chiazzata da vaste piantagioni di oliveti e dai cerri della macchia del Turlo. Il nome ci dà l’occasione per riportare una singolare leggenda secondo cui Ascanio, figlio di Enea, dopo Alba Longa avrebbe fondato un’altra città che venne chiamata Tussennana o Tuscinnana (Tuscia Nana) da cui poi Tessennano. Le annotazioni si arricchiscono di curiosità se consideriamo che il toponimo può avere anche a che fare col latino Texennanum o Tascinum. Fino al Mille c’è il buio storico più completo. Nel 1263 figura come assoggettato dalla vicina Tuscania; Bonifacio VIII lo offrì a tale Nerio de Turri in cambio di un censo annuo. Lo ebbero anche i Farnese nel 1464 per mano di Eugenio IV e Paolo II. In quel tempo arrivarono dall’Umbria alcune famiglie a dare man forte ai locali nella coltivazione dei fertili terreni circostanti. Il centro, con la costruzione di nuove abitazioni si ingrandì, consolidandosi intorno al castello. Nel 1537 entrò a far parte del ducato di Castro, eretto da Paolo III, seguendone le sorti fino all’anno della sua distruzione nel 1649.I “passaggi” da un signore all’altro continuarono fino al marchese Giovanni Battista Casali Patriarca a cui fu affidata Tessennano nel 1788 per concessione di Pio VI. Questi “occasionali” proprietari non frequentarono mai il paese che non conobbe pertanto la munifica presenza di Mecenati, altrove espressa in opere urbanistiche ed artistiche anche di rilievo. Il paesaggio è quindi rimasto integro attraverso i secoli. Il Patrono San Felice viene onorato nella Collegiata di San Felice ottocentesca.