Soriano nel cimino

Soriano nel cimino La sua appartenenza al gruppo collinare dei Cimini e' suggellata dal nome e dalla spettacolare faggeta che ricopre la cima piu' alta del monte a mille metri di altitudine. Nell'entrarvi si ha la sensazione di accedere in una cattedrale con navate multiple divise da slanciate colonne fatte di altissimi fusti. "….che fragor di mare fan questi tuoi castagni alti e possenti" , avrebbe scritto Luigi Pirandello in uno dei suoi soggiorni estivi prima della Grande guerra. Nel sottobosco, s'addensano, favoriti dal clima fresco e umido, agrifogli, pungitopo, ginepri, ginestre e felci alternati a frassini, olmi , carrubi e cornioli. Scomparse alcune specie (cervi e caprioli) , l'habitat e' ancora favorevole alla presenza di volpi, faine, lepri, donnole, martore, tassi, ricci ecc.. A settembre, soprattutto, si rinnova il gradito incontro con una nutrita varieta' di funghi come il porcino, la famigliola, il galletto, il prataiolo, l'ovulo, la palombella ed altri. Ai confini del bosco, quasi a far parte integrante del paesaggi, sono sparsi una decina di fontanili, dai nomi piu' singolari ben conosciuti dagli abitanti del luogo per occasionali pic nic . Soriano sorge in questo ambiente, di grande interesse paesistico, su uno sperone vulcanico, in vista alla valle del Tevere, reso inconfondibile dalla sagoma poderosa del Castello Orsini su cui si aggrappa il grumo di case del centro storico accessibile, da una porta ad arco. La sovrasta la torre dell'Orologio, che un restauro discutibile del 1837 ha privato della sua credibilita' medievale. Le origini della citta' sono documentate dai resti di insediamenti sparsi nei dintorni. Il campionario dei ritrovamenti va dalla preistoria al basso medioevo. Sull'origine del nome ci sono alcune perplessita': sembra che Soriano derivi da Surrina, non avendo pero' piu' nulla a che fare con il luogo ove sorgeva questa citta' di origine etrusca, ne con quello (peraltro mai accertato) dove si appostava l'insediamento romano di Surrina Nova. Semmai Soriano starebbe ad indicare Sorrianum, un pagus , cioe', alle dipendenze delle due Surrine. Nel medioevo, il borgo fu anche chiamato Sutanum, Castrum Seriani e Surano. L'aggiunta del termine “ nel cimino” risale al 1871 per evitare equivoci con Soriano Calabro. Soriano e' una zona archeologicamente interessante, nella Selva di Malano si trova uno dei “ monumenti “ piu' significativi, si tratta di un grande cubo di roccia ( il “ Sasso del Predicatore “) con rozze incisioni e una scaletta che sale sulla sommita', probabilmente adibita ad ara per il culto. A Sant'Eutizio, lungo la strada per Vignanello, si trova una necropoli rupestre del periodo etrusco-romano con tombe del III-I secolo a.C. Infine avvertiamo la presenza dell'uomo preistorico e dell'uomo appenninico nella Selva Cimina ,percorsa per la prima volta dal Console Fabio Rulliano nel 310 a.C. ,data della definitiva conquista da parte dei romani dei territori etruschi della Tuscia transcimina. L'abitato che oggi ammiriamo, si e' definitivamente consolidato intorno al castello eretto probabilmente dai Guastapane e dai Pandolfi. L'opera venne completata dal papa Nicolo' III Orsini fra il 1277 e il 1279. Il potere fu pontificio fu contrastato da cruente ribellioni da parte delle varie signorie; a sedare queste nel 1374 arrivarono truppe mercenarie bretoni. Non meno avventurosi gli anni del pontificato di Martino V che ritornato in possesso del feudo dovette fronteggiare Giacomo di Vico, prefetto di Vetralla. Il tiranno che ebbe come alleato Francesco Sforza, fu definitivamente sconfitto da Giovanni Vitelleschi che lo fece decapitare sul sagrato del Duomo nel 1435. Da allora Soriano conobbe un periodo di pace e prosperita' : la citta' torno' alla Chiesa guidata da Nicolo' V (1447-1455), godendo di taluni privilegi e dello statuto. Un episodio storico riguarda il pontificato di Innocenzo VIII che affido' il governatorato di Soriano a Rodrigo Borgia, il futuro Alessandro VI che nomino' castellano lo spagnolo Didaco di Carvajal. Il 7 novembre 1489 il conte Pietro Paolo Nardini di Vignanello, accolto nel castello , con altri uomini della sua corte uccise il castellano. Il tradimento venne scoperto secondo leggenda da una popolana, che mise in allarme gli abitanti, i quali si vendicarono gettando il conte e i suoi complici dall'alto della torre. Tale fedelta' venne premiata da Innocenzo VIII che, con la “Bolla d'oro”, concesse alla citta' i proventi prima percepiti dalla Camera apostolica, autorizzando il comune ad inserire nel proprio stemma il motto Fidelitas. Dopo gli Orsini che ebbero il castello nel 1492 , si susseguirono numerose famiglie: i Della Rovere, i Carafa, i Madruzzo, gli Altemps e gli Albani che mantennero il feudo dal 1715 per oltre un secolo. Carlo, viene ricordato come un autentico mecenate, per i suoi interventi di abbellimento sulla citta', Soriano ebbe l'onore di essere elevata a rango di principato da Innocenzo XIII. Dopo una breve appartenenza alla famiglia Chigi, torno' allo stato pontificio. Il monumento piu' rappresentativo di Soriano e' sicuramente la Rocca Orsini realizzata come detto prima da papa Nicolo' III , su un primitivo maniero medievale. Piu' gentile e lezioso nelle forme architettoniche e' invece il Palazzo Chigi Albani della meta' del Cinquecento , la sua costruzione e' merito del Cardinal Cristoforo Madruzzo, a lui si deve anche la realizzazione della Fonte di Papacqua. Notevole per grandezza e largo impiego di materiali e' la Collegiata di San Nicola che si affaccia sulla piazza Vittorio Emanuele). Molto piu' antica e' la Chiesa di San Giorgio, a poca distanza dal centro, che risale all'XI secolo. Nella Chiesa di Santissima Trinita', si conserva una bella tavola della Madonna col Bambino donata nel 1516 dal cardinale Egidio da Viterbo. Ai primi del settecento appartiene, infine, la Chiesa di Sant'Eutizio. Nella piccola frazione di Chia, si conserva nella Parrocchiale di Santa Maria Delle Grazie un pregevole trittico quattrocentesco , l'opera e' attribuita a un seguace di Lorenzo da Viterbo. Nella campagna circostante si fa notare, la torre di un antico maniero feudale fatto restaurare da Pier Paolo Pasolini. Nel Santuario di Sant'Eutizio del 1740 possiamo trovare le annesse catacombe del III secolo.