Ronciglione Appartiene al gruppo collinare dei Cimini, nella parte meridionale della Tuscia , disponendosi a "roncola" (da qui forse e' derivato il nome Ronciglione) lungo il tracciato dell’antica via Cassia, che da Monterosi raggiunge Viterbo attraverso un paesaggio da "piccola Svizzera" , il paragone e' generoso ma non azzardato ,osservando specialmente le "rive incantate del Lago di Vico , piccolo ma bellissimo". La prima curiosita' e' per le piante di nocciole , se ne contano a migliaia tra le campagne circostanti , la loro chioma folta e vaporosa , che ad agosto inoltrato trabocca di "gentile romana", e' destinata all’industria dolciaria di mezza Europa. Un’ulteriore sorpresa e' per la doppia anima di Ronciglione: da una parte i due borghi antichi (di sopra e di Sotto) raccolti intorno al campanile medioevale della Provvidenza ; dall’altra, la citta' farnesiana , più ariosa e moderna , risultato di un sapiente intervento urbanistico, quando Paolo III nella prima meta' del Cinquecento ne fece la seconda capitale del ducato di Castro. A differenza di questa citta' sfortunata, che nel 1649 venne rasa al suolo dalle truppe pontificie di Innocenzo X, Ronciglione e' sopravvissuto indenne ai ripetuti capovolgimenti di potere, tanto da consolidare nei secoli successivi il suo prestigio. Le origini ci parlano di un pagus etrusco nella parte più alta del masso tufaceo. Si sa che il sito era abitato pure in epoca romana: ce lo confermano alcune tombe rupestri del I secolo a.C. la più antica, finora rintracciata ha restituito una spada (gladius) e una moneta con l’effigie di Marco Vipsanio Agrippa. Abbiamo solo pochi elementi sulle radici del villaggio: avremmo potuto sapere di più se l’archivio comunale fosse stato risparmiato dall’incendio che seguì al saccheggio delle truppe francesi nel luglio del 1799. E’ probabile, che l’attuale abitato si sia gia' consolidato prima del Mille. Per la prima notizia documentata occorre attendere il 1243, anno in cui Federico II dovette difendere i territori occupati del Patrimonio di San Pietro contro le milizie papali. Nel 1379 si registra una pagina nera per gli abitanti del luogo, sottoposti alle angherie di Francesco di Vico, che a quei tempi signoreggiava nella vicina Viterbo. Sorte migliore non capitò loro nel 1469 col tiranno Diofebo Anguillara. I Torrioni, avanzo superstite di una Rocca ora in malora che si innalzava nel borgo di sopra a presidio della valle, sono lì a ricordare le alterne vicende di un sofferto periodo di domini e sopraffazioni. Gli stemmi marmorei, incastonati nei quattro lati del quadrato centrale del castello, riproducenti il sigillo papale dei Della Rovere (Sisto IV o forse Giulio II), assicurano sulla esecuzione di radicali lavori di restauro e di parziale riedificazione nel XV secolo, dopo aspre battaglie con i signori -tiranni e sul ritorno di Ronciglione allo stato della Chiesa. Gli ultimi vandalismi,furono operati dai Lanzichenecchi nel 1527. Successivamente il cardinale Alessandro Farnese (il futuro Paolo III) pagò duemila ducati d’oro per il vicariato a vita dell’intera zona ,segnando per Ronciglione l’inizio di un periodo a dir poco aureo. Divenuto papa nel 1534 , il cardinale Alessandro , con la bolla "Celestis altitudinis potentiae" ,dell’ottobre 1537 , eresse, per il figlio Pier Luigi, il ducato di Castro, a cui venne aggiunto il nome di Ronciglione come seconda capitale a presidio della zona meridionale. Il piccolo paese abitato da contadini e pastori , si trasformò nella prima meta' del Seicento in un centro motore per l’intera economia viterbese: vi affluirono operai e artigiani da ogni parte d’Italia, fu incrementata l’agricoltura e favorito lo sviluppo delle arti e dei mestieri con opifici di ferro , rame e ottone , con cartiere, molini,telai, tipografie ecc. L’arte della stampa , che risale al 1600, ebbe un vivace impulso: al 1609 risale il poemetto di Serangeli "Polygraphia Ronciglionensium". Il paese conobbe, altresì,un intenso sviluppo urbanistico ; sorse la parte nuova , in contrapposizione ai vecchi borghi, sorsero chiese, ospedali, scuole e le "case". Ronciglione venne abbellita da una fontana vignolesca con cavalli marini sormontati dai gigli farnesiani, da una monumentale Porta all’ingresso sud verso Roma, anch’essa della scuola del Vignola , e da una grande piazza (l’attuale piazza Nave). Sorsero anche alberghi, osterie, stalle di "posta". Ai Farnese va anche il merito di aver riattivato e incrementato le ferriere alimentate dalle acque di un piccolo emissario de lago di Vico. Dopo la distruzione di Castro (1649), Ronciglione , conclusasi l’era farnesiana ritornò alla Camera apostolica non cessando però di progredire tanto che venne intrapresa la costruzione del Duomo assegnando i progetti a Carlo Rainaldi. Oggi il Duomo, che abbellisce la piazza Comune , si propone in apprezzate forme barocche e accoglie numerose opere come alcuni dipinti settecenteschi. Nel patrimonio artistico cittadino e' sicuramente da menzionare la Chiesa della Provvidenza il cui campanile e' l’emblema del borgo di Sotto. La sua architettura, dei primi secoli del Mille, e' di puro stile romanico. Nel Borgo di Sopra si fa invece notare il Campanile di Sant’Andrea , del XV secolo; la chiesa crollò probabilmente in seguito a uno smottamento della roccia sottostante. Le due campane sono state trasferite a Santa Maria della Pace,ristrutturata alla fine del Cinquecento , dove troviamo un pregevole altare barocco, con un affresco della Vergine , affiancato da una pala settecentesca di Sebastiano Conca, raffigurante la Madonna e San Francesco di Sales. Merita un’escursione la piccola Chiesa di Sant’Eusebio poco fuori dal centro. La Frazione di Punta del Lago e' formata da un centro residenziale sorto intorno agli anni Sessanta , nella parte meridionale del lago di Vico tra boschi e castagni,cerri,faggi e piantagioni di nocciole. E’ l’unica lottizzazione lacuale, per cui l’intero comprensorio, unitamente a quello dei monti Cimini di cui fa parte, si propone come una grande riserva di verde da proteggere e preservare. Ronciglione viene acclamata nel Viterbese come la citta' del carnevale. Nel nutrito programma carnevalesco vi sono: la sfilata dei carri, il ballo in piazza e la corsa dei cavalli senza fantino, lungo il percorso cittadino con la salita di Montecavallo . L’evento del carnevale e' seguito da migliaia di persone fra turisti e ronciglionesi.