Piansano L'etimologia del nome ci fa immaginare un "Piano sano", un territorio generoso ed ameno con clima salubre, boschi salutari, pascoli ed abbondanti coltivazioni. Le radici sono da ricercare nell'antica Maternum, un pagus etrusco ben noto agli archeologi, lungo la via Clodia nel tratto che va da Tuscania a Saturnia, di cui oggi,però, non resta più traccia. Alcuni ritrovamenti nella necropoli tufacea con tombe a camera, uniti a frammenti di laterizi e ceramiche, confermerebbero la presenza di un centro piuttosto fiorente per quei tempi. Siamo nella parte occidentale della Tuscia viterbese tra il lago di Bolsena e il mare Tirreno, proprio a ridosso delle sponde del bacino lacustre distanti appena una decina di chilometri. Che i terreni si siano sempre fatti onore per la loro fertilita' e' anche suggellato dallo stemma comunale dove campeggia la vite che cresce sulle colline. A dissodarle per la prima volta in modo organico e razionale sarebbero stati gli aretini chiamati sul posto, agli inizi del Cinquecento, dal cardinale Alessandro Farnese; ebbero facolta' di coltivare, pascolare e fabbricare case. Le vicende storiche lamentano lunghe sacche di oscurita'; ad esempio non si sa nulla di cosa sia successo nel primo millennio dopo Cristo fino all'alto Medioevo. E' certo che nel XII secolo la zona entrò a far parte del Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Tempi in cui i papi dovevano destreggiarsi con i vari signori che si contendevano i territori per allargare i loro confini. Fra questi, si sono distinti i signori di Bisenzio che per molti anni furono gli incontrastati padroni di tutto il circondario. Le cose peggiorarono al tempo dell'esilio avignonese con il predominio dei prepotenti Prefetti di Vico che dovettero comunque ritirarsi dopo il ritorno a Roma della Santa sede favorito, nel 1354, dal cardinale Albornoz. Successivamente furono i Farnese ad occupare il castello che nel 1513 venne definitivamente assegnato dal pontefice Leone X al cardinale Alessandro (il futuro Paolo III) e al figlio Pier Luigi. Nel 1537 Piansano venne incorporata nel ducato di Castro ; un secolo dopo, nel 1649, rotornò alla Santa sede. La colonizzazione degli aretini si fa ancora oggi sentire in alcuni vocaboli dialettali di origine toscana e nella devozione per san Bernardino da Siena cui e' dedicata la parrocchiale nel centro storico. Le notizie più recenti ci informano che Piansano fu data in enfiteusi nel 1790 al conte Alessandro Cardelli e successivamente, nel 1808, al principe polacco Stanislaw Poniatowski che tenne la castellana per 14 anni. L'abitato, circondato da una bella campagna in buona parte destinata a cereali, vigneti e oliveti, ha nel Palazzo comunale, con il suo portico barocco a tre navate , probabilmente l'opera architettonica di maggior rilievo. Tra le specialita' del posto si apprezzano i prodotti caseari, frutto di un'attivita' pastorale che ricorda le origini. Oltre che per San Bernardino , gli abitanti di Piansano hanno una particolare devozione per Lucia Burlini , vissuta nel XVII secolo nell'umilta' e nell'amore per il prossimo; viene ricordata in una cappella della parrocchiale e nella lapide della casa natale in via Umberto I.