Onano Le sue origini etrusche sono testimoniate da una serie, seppur modesta di tombe ritrovate nei terreni circostanti. In ogni caso il materiale ritrovato e' semplice e "povero" come le comunita' dei pastori che dovevano avere scelto quelle zone per la salubrita' del clima, l’abbondanza di selve e di pascoli, a debita distanza dalle vie principali. Un’isola protetta e indisturbata che rimarra' tale anche nei secoli successivi: Onano si trova infatti ai limiti estremi del Viterbese, su un percorso secondario che l’unisce da una parte ad Acquapendente e dall’altra alla Toscana e alla cittadina di Sorano. L’isolamento, che ha pesato sul suo sviluppo culturale ed economico, trova una giusta compensazione nella preservazione dell’ambiente e nelle inflessioni del dialetto, né laziale, né toscano ma di sorprendente originalita'.Le vicende di Onano sono intimamente legate a quelle di Orvieto e della famiglia Monaldeschi della Cervara. Edifici, opere d’arte, stemmi anneriti dal tempo, segnano ancora oggi gli interventi del nobile casato umbro. I resti di affreschi ancora riconoscibili negli interni della Madonna delle Grazie, della Madonna del Piano, e della madonna del soccorso testimoniano l’interesse per l’arte che i Monaldeschi favorirono con apprezzabile lungimiranza. L’anno in cui si fa risalire l’avvio di un radicale rinnovamento urbanistico e' il 1453. A quel periodo si riferisce la costruzione di alcune chiesette di campagna che dovevano assicurare una protezione sacra al castello per difenderlo, con l’arma della fede cristiana, dai pericoli e dagli infedeli. La “strategia" fornì i suoi frutti tanto che, nel 1656 la pestilenza, diffusa nelle zone circostanti, se ne stette miracolosamente alla larga. Nella Chiesetta del Piano, c’e' la sorpresa di un affresco del Pastura (Antonio del Massaro da Viterbo) che dipinse nel 1500 una “melanconica" Vergine. Apprezzabili anche gli affreschi della scuola senese nella Chiesa delle Grazie. Dopo i Monaldeschi, Onano passò in feudo a Guido Ascanio Sforza: il suo “dominio" non lasciò tracce evidenti se non nel completamento della Chiesa di Santa Croce e di quella di Santa Maria in Fiore di cui non rimane più traccia. Nella storia di Onano troviamo anche un olandese, tale Giuseppe Denham, che ebbe in enfiteusi la zona della Camera apostolica a titolo di risarcimento per alcuni danni occorsi alla sua “Victory", mentre attraccava al porto di Civitavecchia nel 1769. Gli succedette la figlia Carlotta cui si deve la ristrutturazione del castello che da allora venne chiamato “Palazzo Madama". In seguito si affermò la supremazia delle famiglie Caterini e Pacelli, molto legate alla Camera apostolica . Monsignor Prospero Caterini per i meriti acquisiti nelle difficili giornate del 1848 ( con Pio IX rifugiato aGaeta , portò il Tesoro di San Pietro a Onano) venne elevato alla porpora cardinalizia. Dopo la morte del pontefice ebbe il privilegio di annunciare dal balcone di San Pietro la storica frase “HabemusPapam"(Leone XIII). In quanto alla famiglia Pacelli, viene ricordata la figura di Marcantonio, fondatore dell’ "Osservatore Romano" e ministro degli Interni dello stato pontificio sotto Pio IX. Suo nipote Eugenio sara' il papa Pacelli , Pio XII, che trascorse ad Onano la sua fanciullezza. Il 12 settembre 1870 il paese entra a far parte del Regno D’Italia “ senza entusiasmi e sussulti", dicono le cronache : l’atteggiamento si può comprendere, visti gli stretti legami con la Chiesa. La storia ci riserva un’ultima sorpresa . Lina Cavalieri , “ La donna più bella del mondo, che ha fatto furore negli anni a cavallo tra il XIX e XX secolo, aveva origini onanesi per via della madre Teonilla Peconi; del posto anche il suo agente Romeo Guliani. Quando visitò il paese natìo, nel 1912 lasciò per la Vergine del Rosario e la Madonna Addolorata gli abiti con i quali aveva interpretato la “Thais" di Massenet: uno di questi avvolge la statua in cera di Santa Colomba, compatrona di Onano insieme a San Trifone.