Nepi E' situata nella parte meridionale della provincia di Viterbo, ai confini con quella di Roma, sulla statale che dalla Cassia Cimina si dirama verso Civita Castellana e la Flaminia; un tempo l'antica via Amerina (l'attuale Amelia) in Umbria. Il ripiano tufaceo su cui sorge, tra le gole dei due fossi (Fontanacupa e Pozzoli), ha significato per molti secoli una sicura difesa alle porte di Roma. La campagna circostante, in parte ancora occupata dai boschi, e' stata più volte elogiata da famosi viaggiatori diretti alla citta' eterna. “ Qui non sembra di stare in Italia – scrivera' il Dennis- ma attraverso le campagne del Surrey o del Devonshire, e non occorre nessuno sforzo di immaginazione” Una delle più belle e pittoresche parti della campagna romana e' quella che incomincia a Nepi e si stende fino al Tevere..” Tanta dovizia di vegetazione, unita a diffuse coltivazioni, si spiega con l'abbondanza delle sorgenti. L'acqua di Nepi, in parte utilizzata dal mercato delle “minerali da tavola”, e' conosciuta e apprezzata da sempre, soprattutto dai romani. Sul perché del nome, le dispute si riducono al minimo. Gli storici la ricordano più frequentemente come Nepet, ma troviamo scritto anche Nepe (Catone) e Nepita (Strabone). Per alcuni, il toponimo e' di origine libica: Nepa significa scorpione, con chiaro riferimento alla forma dell'abitato . Più accettata e' comunque l'associazione di Nepa a un serpente adorato dagli aborigeni del luogo come divinita' protettrice della fertilita'; il serpente e torre civica appaiono, del resto, nello stemma della citta'. Le origini si fanno risalire a un intraprendente fondatore, tale termo, che gli antichi abitanti della zona elessero a larte (magistrato-sacerdote) con l'incarico di fondare un nuovo villaggio. La via “Termo Larte”, che ancora si apre nel centro storico, conferma il culto della memoria che i nepesini dimostrano di saper conservare. Se Termo l'ha fondata, i falisci, coevi degli etruschi, l'hanno trasformata, intorno al V secolo a.C., in una vera e propria citta', con la costruzione di possenti mura di cinta che indussero Livio a definirla l'”antemurale dell'Etruria”. Le necropoli, che si estendono intorno all'abitato, accolgono numerose tombe a fossa e a camera con corredi orientalizzanti, attici, etruschi e falisci, alcuni dei quali conservati nel Museo di Villa Giulia a Roma. Furio Camillo la conquistò nel 383 a.C. ( o nel 373) e venne subito dichiarata la terza colonia latina dopo Signa e Norba . In seguito alla guerra sociale, ebbe il riconoscimento di municipio conservando in seguito questa favorevole condizione, come ricordano alcune epigrafi. La Nepi romana era considerata un'importante stazione della via Amerina , la citta' disponeva, tra l'altro, di un foro e della basilica. La prova di tanta floridezza, dovuta essenzialmente alla particolare posizione strategica, appare in numerose iscrizioni conservate nel portico del Duomo e in quello del Palazzo Comunale, nei resti di un mausoleo alle porte della citta', nell'anfiteatro, soprattutto, nella via Amerina. Nei musei vaticani si custodisce una statua di basalto di Nectanebo I rinvenuta nel secolo scorso in un angolo di piazza del Comune. Intorno al Mille la conquistò prima Roberto il Guiscardo (1061), poi Matilde Canossa (1063); nel XV secolo passò definitivamente al papato. Da allora la storia di Nepi sara' legata a quella della Chiesa.Rodrigo Borgia ( futuro papa Alessandro VI) intorno alla meta' del Quattrocento si dedicò alla ricostruzione della Rocca, dove abitò per qualche tempo la figlia Lucrezia. Successivamente coi Farnese , il paese subì un concreto miglioramento urbanistico previa ricostruzione delle mura di cinta a difesa della citta'. A questo periodo(seconda meta' del Cinquecento) risale il progetto vignolesco del Palazzo residenziale i cui lavori però si interruppero ben presto per essere ripresi e portati a termine nel settecento in forme barocche. Oggi e' una delle sedi comunali più raffinate della regione. Il patrimonio culturale e artistico di Nepi parte dalle Catacombe di Savinilla, la tradizione vuole che vi siano stati sepolti i corpi dei patroni Tolomeo e Romano, martirizzati sotto Claudio il Gotico. Accessibili dal presbiterio della Chiesa di San Tolomeo, le catacombe , percorribili per oltre 200 metri, si compongono di tre gallerie principali con diramazioni secondarie. La Cattedrale dell'Assunta (Duomo), eretta su un tempio di Giove, fu ricostruita nel XII secolo e, successivamente , nel 1752 e nel 1831 in seguito all'incendio da parte delle truppe francesi. Il pezzo più pregiato e' il sarcofago di San Romano, sotto l'altare maggiore, di scuola berniniana. Fra le chiese, oltre a quella di San Tolomeo (iniziata dal san Gallo e rimasta incompiuta nel 1606), si ammirano Sant'Eleuterio (restaurata nel XVI secolo), San Pietro , Santa Croce risalente all'anno mille con facciata settecentesca, San Biagio un tempo monastero cistercense, San Silvestro del XVII secolo e San Bernardo gia' esistente nel X secolo. Il Castello quattrocentesco, ricostruito dai Borgia sui resti di un precedente maniero feudale, si presenta con quattro torrioni angolari di differente grandezza e due torri di cui una cilindrica. Del palazzo Comunale, avviato come residenza estiva Farnesiana, di cui il Vignola elaborò un primo progetto,su commissione di Pier Luigi Farnese, venne realizzato molto più tardi, in tutt'altro stile. Una rarita' architettonica e' l'imponente Acquedotto costruito dal comune nella prima meta' del Settecento secondo lo stile romano. Le sorgenti di acque minerali, che hanno resa popolare Nepi in molte regioni d'Italia, si trovano a circa tre chilometri dal paese lungo l'antica via Amerina, in localita' Graciolo, in una zona aperta e ricca di fascino cui fa da sfondo la singolare silhouette del monte Soratte. I romani del tempo di Augusto vi costruirono le terme che, dal nome dei proprietari terrieri di allora, sono tutt'oggi chiamate dei Gracchi. L'acqua minerale (carbonico naturale) e' da considerare tra le migliori sul mercato.