Monte Romano La sua posizione a sud-ovest di Viterbo, sulla statale Aurelia bis, evoca il paesaggio della pre-Maremma laziale, con vaste distese di coltivazioni a frumento, oliveti, vigneti, allevamenti di bestiame, resti archeologici e ruderi di antichi manieri. La data di nascita e' stimata al 6 agosto 1456, giorno in cui venne siglato tra la Camera apostolica e l'Arcispedale di Santo Spirito in Sassia un atto di compravendita della veccia rocca Respampani (un edificio risalente al Medioevo) e dei terreni circostanti. L'operazione avrebbe dovuto assicurare al pontefice Callisto III i fondi necessari per armare la flotta contro i Turchi infedeli, impegnati nella conquista di Costantinopoli. Il nome, di facile intuizione, (una modesta collina dell'agro romano, tenimentum Montis Romani). E' di questo periodo l'avvio di un programa senza precedenti di bonifica e razionale coltivazione delle terre che vennero affidate, con un rapporto di colonia, a un gruppo di cittadini della zona. All'inizio del XVII secolo si accerta l'esistenza di strutture abitative con la costruzione della chiesa, del granaio e dell'osteria. L'Arcispedale aveva un deposito di masserizie che lo svincolava al ricorrere alle scomode postazioni della Rocca e della vicina Corneto (l'attuale Tarquinia). Le dimensioni della costruzione sono tali da far pensare ad una residenza aristocratica per signori o per un dignitario. In effetti si trattava di una infrastruttura agricola d'avanguardia che dette notevole impulso alle attivita' della terra, diminuendo i disagi per i contadini ed accrescendo il prestigi del Santo Spirito che nel 1605, sotto il pontificato di Pio V Borghese, fondera' addirittura un Banco. In questo Arcispedale di Santo Spirito che possiede beni stabili di ingente valore (la tenuta di Monteromano e' tra i migliori) e che da vita a numerose opere pie, quali l'educazione di trovatelli, la cura di malati ed altre simili, si origina un banco di depositi per comodita' di quelli che vogliono affidare i propri capitali garantendo mediante il vincolo dei beni di detto ospedale la sicurezza dei depositi stessi. Ideatore del Banco fu Ottavio Tassoni, cui si deve anche la costruzione di una nuova Rocca “in localita' più sicura, più comoda, più salubre” al posto del vecchio e fatiscente maniero. I tempi però erano mutati; la comunita' si andava attestando con sempre maggiore convinzione intorno al granaio dove si trovavano migliori occasioni di aggregazione. La Rocca avrebbe dovuto fungere da centro di rappresentanza del governatore del Pio Istituto, ma l'eccessiva distanza dal granaio e dalle vie di comunicazione ne decretarono presto l'abbandono e la rovina. Risulta anzi che il progetto non venne neanche completato. Negli anni successivi il centro urbano consolidò le sue strutture con la creazione di una serie di caseggiati, facilitata da una nuova politica rivolta al “sociale”. L'Arcispedale assunse addirittura le spese di talune infrastrutture e dispose concrete facilitazioni per il conferimento dei canoni. La prima casa con le iniziali del proprietario “DC” (e' l'anno 1666), scolpite nel concio di chiave del portale ad arco, costruita in via Castello Alessandro. Nella prima meta' del secolo successivo, sotto la gestione del commendatore Castelli, si registrano ulteriori e risolutivi interventi urbanistici che si fecero evidenti con la costruzione (1737) delle carceri e, successivamente, del centro direzionale con la nuova Parrocchiale, fiancheggiata dai “casini” per i ministri, e la fontana del mascherone. L'abitato che oggi ammiriamo si attesta sulle linee urbanistiche tracciate alla fine del XVIII secolo con una lunga direttrice centrale che da un lato fa intravedere il profilo dei colli Cimini, nell'entroterra viterbese, mentre dall'altro, superata la porta del vecchio borgo, si apre agli spazi della Maremma e della costa tirrenica. La Rocca Respampani, che gia' dal 1738 era praticamente abbandonata, costituisce l'attrazione turistica più esemplare, nel cuore di una campagna ricca di fascino e interesse. Oggi la Rocca e' stata affidata in concessione al comune di Monte Romano. Un altro motivo di interesse culturale e' assicurato dall'Antiquarium allestito in un ambiente delle vecchie carceri. Le vetrine espongono reperti etruschi e romani. Tra le curiosita' gastronomiche, che si possono trovare nelle trattorie del posto, si fanno largo i funghi “ferlenghi”. Nella settimana di Ferragosto c'e' l'usanza di una sagra della carne maremmana che si gusta in mille modi nelle occasionali tavolate allestite lungo la strada.