Farnese

Farnese Che il paese derivi il suo nome dalla nobile famiglia Farnese, e' solo una ipotesi. Si sostiene che il nome derivi piuttosto da “farnia”, una specie di quercia un tempo molto diffusa nel territorio. Siamo nella parte occidentale della provincia di Viterbo a ridosso della “terribile” Selva del Lamone e a due passi alla distrutta citta' di Castro, conosciuta come la “Pompei rinascimentale”,poiché fu rasa al suolo in un sol colpo nel 1649dall’esercito pontificio di Innocenzo X. Le fonti storiche sono scarse e poco attendibili. Testimonianze archeologiche segnalano, tuttavia, che nell’eta' del bronzo si sviluppò nella zona un graduale processo di colonizzazione. Interessante, all’esterno della selva del Lamone l’abitato conosciuto come “Sorgenti della Nova”, oggetto di organiche campagne di scavi dell’Universita' di Milano. Si tratta di un pagus in grotte artificiali che si sviluppa per quasi dodici ettari. Insediamenti dell’Eta' del bronzo, di modeste dimensioni, si avvertono, dove oggi sorge Farnese e particolarmente il localita' Soropiche. Poco o niente resta invece del periodo etrusco, allorquando la zona doveva far parte della potente citta'-stato di Vulci. Scarse anche le presenze archeologiche del periodo romano. A parere degli esperti il castrum medioevale dovrebbe essere sorto tra l’XI e il XII secolo: risalgono a quel periodo, le prime notizie dei signori di “Farneto”, come allora si chiamava il paese. Sappiamo che Farnese nella prima meta' del XII secolo faceva parte del feudo della “Terra Guiniccesca” su cui governava, per conto degli Aldobrandeschi, il conte Raniero d Bartolome. Il feudo era allora sotto la protezione di Orvieto che nel XIII secolo, probabilmente ,favorì l’insediamento di piccoli signori quali i Farnese; il casato appare comunque chiaramente citato per la prima volta in un documento degli inizi del Trecento. La struttura del centro storico ricalca, peraltro, gli schemi urbanistici tipici del contado orvietano. I Farnese accentuarono con gli anni il loro potere, tanto che agli inizi del Cinquecento governarono su un ampio territorio compreso tra i fiumi Fiora ed Arrone. Il cardinale Alessandro che nel 1534 divenne pontefice con il nome di Paolo III fu il personaggio più prestigioso. L’ascesa al soglio pontificio fu certamente influenzata dalla sorella Giulia “la bella”, amante del papa Alessandro VI , ma anche dalle non comuni doti di tempismo, intuito ed opportunismo del cardinale.Basti ricordare che, nel 1527,durante il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi, suo figlio Pier Luigi militava tra le fila dei tedeschi, mentre l’altro suo figlio, Ranuccio, partecipava alla difesa della citta'. Al tempo del ducato di Castro, Farnese conobbe un periodo di particolare prosperita', dopo la caduta di quest’ultimo subentrò la famiglia Chigi che, salvo qualche interruzione, la governò per un lungo periodo tra il 1658 e il 1825. In seguito, il feudo venne venduto alla Camera apostolica; passò quindi al maresciallo francese De Bourmont e, poi alla famiglia Gourmont, ad Alessandro Torloniae ai marchesi Gerini. Il 19 ottobre del 1867 fu teatro di uno scontro tra garibaldini e soldati pontifici; nella seconda meta' dell’ottocento venne coinvolta ne fenomeno del brigantaggio, data anche la presenza, nel suo territorio, di un rifugio impenetrabile come la Selva del Lamone: Domenico Biagini, detto il “Curato”, e Giuseppe Basili, detto “Basiletto”, nativi del posto, furono compagni del più famigerato Domenico Tiburzi da Cellere. Il Palazzo comunale fu costruto alla fine del 1700 da Flavio Ceccarini per conto dei principi Chigi. In una sala e' ospitata una mostra permanente delle ceramiche rinascimentali ed alcuni affreschi degli inizi del Mille. Il Palazzo Farnese e' un edificio rinascimentale che presenta alcune aggiunte seicentesche. Il suo imponente portale e' un’opera attribuita al Vignola. Una particolarita' e' costituita dal grande viadotto seicentesco realizzato dal duca Mario Farnese per collegare il palazzo ducale con il giardino all’italiana detto la “Selva”. Ed eccoci alla Rocca , il monumento più rappresentativo del paese: venne costruita nel corso di quattro secoli (dal XII al XVI). Nei pressi si fa notare la Parrocchiale di San Salvatore con alcune tele seicentesche di Antonio Maria Panico e di Orazio Gentileschi. Nella Chiesa di San Rocco si custodisce una pregevole tela del Lanfranco (XVII secolo).