Barbarano Romano  

Testimonianze, Monumenti, Festeggiamenti e Rievocazioni storiche

Barbarano Romano E' posta su un pianoro tufaceo a forma di triangolo isoscele, i cui lati sono costituiti dalle gole del fosso Biedano e da un suo affluente, e la base da robuste mura, fortificate con torri cilindriche e quadrate su cui si apre la Porta romana del XV secolo, unica via di accesso al centro storico. Tutt'intorno si distende la campagna, ora brulla, percio' adatta all'allevamento del bestiame, ora boscosa, ricca di piante di olivo,vite e grano.

Barbarano, comincio' a popolarsi stabilmente agli inizi del XII secolo. Tuttavia gia' a partire dal periodo villanoviano fu sede di un pagus etrusco, ben protetto dai fossi di San Giuliano e della Chiusa, di cui oggi non rimane pero' alcuna traccia. Che fosse un sito popolato lo dimostrano le vaste e vicine necropoli di Poggio Caiolo e di Chiusa-Cima. Il periodo di maggiore splendore fu, probabilmente, intorno al VI secolo a.C. quando il borgo di San Giuliano (per alcuni l'antica Marturanum) era strettamente legato alla "cultura" ceretana. Nel V secolo a.C. inizio' una crisi irreversibile, contemporanea al declino di Cerveteri e alla scomparsa di Vejo. Del periodo romano, quando venne assegnata al municipio di Blera, rimase sulla collina la rocca. Di essa restano poche tracce. Dell'epoca medioevale, invece, restano oggi soltanto i ruderi della Chiesa di San Giuliano, in parte costruita con materiale di eta' romana. Intorno al Mille la popolazione trovo' conveniente spostarsi sullo sperone roccioso dove oggi sorge l'attuale abitato. Se ne ha notizia gia' nel 1188: un documento dell'epoca ci informa che il Castello di Barbarano fu sottomesso al comune di Viterbo dalla contessa Kiera, figlia del conte Farolfo.

Nel 1354 venne concesso dalla Camera apostolica a Giovanni Anguillara e, successivamente, a Giovanni e Lorenzo Maliolti (1411) e a Lello di Paolo (1429). Qualche anno dopo la citta' subi' l'umiliazione di un "commissario straordinario" inviato dal pontefice Innocenzo VIII per punire i barabaranesi, responsabili di violenze contro Blera, Viano e Capranica.Il centro storico e' ben conservato e "vissuto" come dimostra la cura che gli abitanti hanno nel tenere le loro abitazioni. Sono caratteristici portali delle vecchie case: alcuni ornati da severi bugnati, altri disadorni o appena definiti da semplici cornici di peperino, altri addirittura tamponati. Fra le chiese la piu' importante e' la Parrocchiale dell' Assunta della fine del secolo XII, ristrutturata nel '700. Oltre alla parrocchia vi e' la Chiesa del Crocifisso, con un Cristo cinquecentesco di buona fattura e la statua dell'Addolorata, la Chiesa della Misericordia e quella sconsacrata di Sant'Angelo.

Nel municipio e' ospitato un piccolo Museo archeologico che contiene due sarcofagi in nenfro del IV-II secolo a.C. . una serie di ceramiche attiche, terrecotte votive ed altro. Durante l'anno la cittadina e' animata da numerose feste tradizionali: la benedizione degli animali nel giorno di Sant'Antonio Abate, con la distribuzione della "staffa" ( doppia ciambella di pane con semi di anice), l'Infiorata del Corpus Domini, la ricorrenza dell'Addolorata, a settembre, con la sagra delle lumache e quella di Santa Barbara, a dicembre. I pastori del posto si fanno apprezzare il primo maggio con l'"attozzata" : degustazione di una porzione di ricotta calda su fette di pane casereccio.

LUOGHI

Curiosita' e Luoghi interessanti da visitare

Parco regionale MARTURANUM

Nei dintorni di Barbarano Romano si trova il Parco Regionale Marturanum, istituito nel 1984. I suoi numerosi sentieri attrezzati consentono di compiere una traversata nella natura degna di un leggendario esploratore. Il parco e' suddiviso in due paesaggi caratteristici: uno e' detto il Quarto, nella zona meridionale, il quale e' occupato da boschi di caducifoglie e colline composte da flysch, roccia sedimentaria ricca in argilla; l'altro paesaggio e' quello dei Valloni, ossia forre scavate nel tufo dai corsi d'acqua

Cucina Locale

La tradizione gastronomica di Barbarano Romano affonda nelle origini agricole e pastoriali.Vengono utilizzate le erbe spontanee che crescono nella zona e le carni ovine. suine e bovine provenienti da animali spesso allevati allo stato brado.A condire ed insaporire i piatti concorre lo squisito olio d'oliva locale, spesso prodotto con metodi di agricoltura biologica.I dolci, che si potrebbere definire "poveri ma genuini", sono realizzati adoperando i prodotti della frutticoltura locale, soprattutto noci, nocciole e castagne insieme al profumato miele.Caratteristiche sono le ciambelline al vino, i tozzetti ed il pan pepato, dolce a forma di panino con frutta secca, canditi e miele.