Acquapendente si trova alla confluenza di tre regioni (Lazio, Umbria e Toscana) e' facilmente raggiungibile si dall'autostrada del Sole, attraverso Orvieto e Castel Giorgio, che da Pitigliano, Bolsena e numerosi altri centri del Viterbese. Prima del 1974, la consolare cassia costituiva il collegamento preferenziale tra Roma e Firenze, Acquapendente beneficiava di un proficuo movimento viario a vantaggio di alberghi, locande e ristoranti.
Nei secoli passati erano i erano i pellegrini diretti a Roma o ai grandi santuari del Nord ad animare un intenso afflusso che gia' allora offriva, lungo tutta la via francigena, concreti apporti economici e commerciali. Oggi, con il traffico dirottato sull'autostrada A1, la cittadina affida il suo avvenire turistico alla tutela dell'ambiente e delle tradizioni storiche e folcloristiche.
La riserva naturale di Monte Rufeno, e' un'oasi di rilevante interesse ecologico dove tra boschi di querce, faggi e castagni, trovano ancora l'habitat naturale volpi, tassi, faine, puzzole, donnole e perfino martore. Il toponimo e' di facile soluzione. Nelle edizioni cinquecentesche delle Tabulae Geographicae di Tolomeo e' detta Ancula o Aquula ma anche acquapendente nella successiva edizione italiana del 1621. Nel 1663 il Blaeu nel suo Theatrum civitanum, scriveva "Aqua pendente buon pane, buon vino, mala gente".Gli aquesiani non devono stupirsi : la Cassia era allora frequentata da briganti. Acquapendente e' un paese medioevale senza alcuna traccia etrusca ne' romana. La prima testimonianza storica risale al 964, quando Ottone I vi costrui' un castello che poi passo' agli svevi. Secondo la tradizione, la madre dell'imperatore, Matilde di Westfalia, avrebbe avuto il merito di aver favorito la costruzione di un sacello delle stesse dimensioni del Santo Sepolcro su cui, poi, venne edificata la cattedrale. Successivamente Matilde di Canossa dono' la citta' allo stato pontificio. Contesa dal Barbarossa, nel 1166 riusci' a liberarsi dalla tirannia imperiale, affidata ad un emissario del nipote Guelfo VI, con un'insurrezione popolare.
Fatto che viene ancora oggi rievocato attraverso la festa dei Pugnaloni: grandi pannelli di fiori inneggianti alla liberta'. a cavallo tra il 1300 e il 1400 appartenne al comune di Siena, sotto il governo di Gratiotto e Bernardone, poi, nel 1415, vi dominarono gli Sforza. La liberta' cittadina venne consolidata nel 1443, in seguito alla ribellione a Francesco Sforza, con il capitolato di Eugenio IV.Successivamente ottenne la sede vescovile sotto Innocenzo X dopo la distruzione di Castro (1649): da allora resto' sotto il dominio della Chiesa. Il 20 settembre 1870 , acquapendente entrava a far parte del regno d'Italia. Nel 1944 un bombardamento causo' il danneggiamento di molti edifici, tra cui la cattedrale, proprio nel giorno del Corpus Domini. Il patrono e' Sant' Ermete, prefetto di Roma , le cui ossa vennero trovate nel 1652 nella cattedrale. Il personaggio piu' illustre e' Gerolamo Fabrizio, detto Fabrizio d'Acquapendente (1533-1619), scopritore delle valvole delle vene.Acquapendente ha dato anche i natali al poeta Giovanni Battista Castri (1724-1803) la "piu' caustica penna della seconda meta' del Settecento", autore degli Animali parlanti, delle Novelle e del Poema Tartaro.
Il monumento piu' rappresentativo della citta' e' la Cattedrale del Santo Sepolcro. Sorta intorno al Mille, venne consacrata nel 1149, sotto papa Eugenio III, dal vescovo di Orvieto Aldobrandino. Nel 1649 la basilica acquisto' il titolo di cattedrale. Piu' volte restaurata, e' stata gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1944. La cripta del Santo Sepolcro, e' fra le piu' antiche del Lazio, risalente alla seconda meta' del X secolo. si presenta a nove navate con ventidue colonne sormontate da ricchi capitelli; venne eretta su una primitiva edicola delle stesse dimensioni santo sepolcro che si trova al centro, sotto il livello del pavimento, coperta da una piramide a base rettangolare: secondo la tradizione, custodisce una reliquia litica bagnata dal sangue di Cristo. accanto alla chiesa si fa notare la medioevale Torre Julia de Jacopo, unico avanzo della rocca edificata da Arrigo IV.
Nel colle sovrastante la cattedrale, seminascosta nel verde, e' visibile la Torre dell'Orologio, detta anche del Barbarossa,gia' presente nel castello imperiale. Nelle vicinanze si trova la Chiesa di Agostino, un tempo annessa al convento del XII secolo.Proseguendo in direzione dell'ospedale,si raggiunge la Chiesa di San Francesco precedentemente intitolata a Santa Maria e risalente al primo secolo del Mille. Tornando verso la piazza del Comune, si ammirano elementi architettonici di raro interesse come portali in bugnato, finestre incorniciate in pietra da taglio, archi a tutto sesto e ogivali, che testimoniano di un' urbanistica di tipo libero, con largo impiego della pietra locale. Fra gli esempi di architettura civile, si distingue il Palazzo Viscontini di via Cesare Batti, commissionata nel fine cinquecento a Ippolito Scalza di Orvieto e a Taurello Taurelli Salimbeni di Acquapendente. La Chiesa di San Lorenzo custodisce una preziosa lunetta lignea figurante la Pieta', attribuita a Gerolamo di Benvenuto (XVI secolo) che probabilmente e' la parte superiore di una tavola custodita al museo Fogg Art di Cambridge (USA). Nella piazza del comune si apre il grande portico neo-classico del Palazzo Comunale davanti al monumento di Fabrizio d'Acquapendente.Di lato sorge la Chiesa di Santo Stefano ristrutturata nel 1688 e ricostruita dopo l'ultima guerra.
L'economia di Acquapendente si fonda essenzialmente sull'attivita' agricola: cereali, legumi, ortaggi e vitigni, vi e' pure una tradizione artigianale legata alla produzione di ceramiche artistiche.Nutrita la serie delle manifestazioni popolari. Si inizia il 17 Gennaio con la festa di sant'Antonio Abate e la benedizione degli animali, il Carnevale Aquesiano fra i piu' importanti dell'alto Lazio. L'appuntamento principale e' pero' fissato nella settimana successiva al 15 maggio, in occasione delle feste della Madonna del Fiore che rievocano,attraverso i "Pugnaloni", un episodio storico risalente al 1166.In quel periodo la citta' era governata da un tiranno del Barbarossa, la gente dell'epoca usava dire: "E' piu' facile che quel ciliegio secco fiorisca, che la citta' insorga contro l'invasore". L' improvvisa fioritura del ciliegio venne considerata come un segno divino della Madonna e dette agli aquesiani la forza e l'entusiasmo per la rivolta. In ricordo di tale avvenimento si infiocchettarono i "pungoli" (bastoni) usati per stimolare i buoi. Successivamente i pungoli si trasformarono in pugnaloni, enormi mosaici composti da fiori, con immagini raffiguranti la liberta'. Altra festa tradizionale e' la "Fiera dei Campanelli" che si tiene la domenica dopo Pasqua, e' una moderna rievocazione dei mercati di un tempo. Le feste in onore di Sant'Ermete, patrono della citta' e' in programma nell'ultima settimana di settembre.
Torre Alfina e Trevinano
Sono le due frazioni di Acquapendente, la prima che si trova a 10 km di distanza in direzione di Allerona a 600 mt s.l.m. , fu feudo dei Monaldeschi che vi fecero erigere il primo castello trasformato nelle forme attuali dal marchese Edoardo Cahen che lo acquisto' alla fine del secolo scorso. Intorno si svilupparono il borgo e il bosco del Sasseto con alberi secolari.
Trevinano (620 mt s.l.m. invece, si trova a 12 km nel versante nord in direzione di San Casciano dei Bagni. Fu castello dei Monaldeschi fino al 1592 quando Clemente VIII acqisi' gran parte dei possedimenti allo stato pontificio. Nel 1687 fu data in feudo ai marchesi Bourbon del Monte. La Chiesa di San Lorenzo, risalente al 1577, conserva alcune tele di Cesare Nebbia. la Chiesa della Madonna della Quercia, sorta ai primi del Cinquecento, ha in comune con la famosa basilica di Viterbo la devozione a Maria raffigurata in un piccolo quadretto di terracotta rinvenuto, secondo tradizione, sopra i rami di una quercia. Meritano una citazione anche la Chiesa di San Rocco (fine 500), e la Chiesa di Sant'Antonio Abate di qualche anno piu' tarda.